Le tecniche di rilassamento hanno come obiettivo quello di alleviare l’individuo dalla tensione e ristabilire il suo equilibrio psicofisiologico. In occidente è solo negli ultimi decenni che le tecniche di rilassamento si sono fatte spazio poiché è stata accettata l’idea che l’organismo sia un sistema complesso costituito dall'interazione di mente e corpo.
Lo stato di rilassamento che si induce è una condizione psicofisica caratterizzata principalmente da:
• riduzione al minimo della tensione muscolare;
• riduzione della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell’attività secretoria delle ghiandole sudoripare, della frequenza respiratoria;
• modificazione dell’attività cerebrale verso i parametri indicanti uno stato di calma mentale.
Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento e di concentrazione psichica passiva senza sforzo usata in ambito clinico per sostenere un percorso di conoscenza, di consapevolezza di sé e per ottenere una distensione psichica e un’autoregolazione delle funzioni regolate dal Sistema Nervoso Autonomo. Il T. A. è stato sviluppato sin dagli anni 20 da J.H. Schultz, psichiatra tedesco che, lavorando nel suo ambulatorio di ipnosi a Breslavia, osservando i suoi pazienti, cominciò a svilupparne i principi chiave. Il T.A, che letteralmente significa “allenamento che si genera da sé”, pone l’individuo al centro del suo percorso di guarigione; è il soggetto stesso che si prende cura di sé, diventando protagonista del processo di cambiamento. La pratica consiste in un graduale e sistematico apprendimento di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva, studiati allo scopo di portare progressivamente al realizzarsi di spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell’attività cardiaca e polmonare, dell’equilibrio neuro-vegetativo e dello stato di coscienza.
I principi base sono:
1. Concentrazione psichica passiva: una riduzione progressiva dell’attenzione volontaria (in assenza di sforzo e di volontà);
2. Ideoplasia: la capacità di un elemento ideativo (pensiero, immagine o concetto) di indurre delle modificazioni somatiche verificabili in modo sperimentale. (Es: effetto Carpenter ovvero di come la rappresentazione mentale di un movimento tenda a provocare degli impulsi motori registrabili elettromiograficamente).
3. Commutazione: il cambiamento psicofisico globale che produce modificazioni fisiologiche;
4. Generalizzazione: il T.A parte dal presupposto che il rilassamento in una parte del corpo (es. il braccio) produce un rilassamento anche in altre parti del corpo;
5. Effetto permanente e automatizzazione con l’allenamento: la ripetizione costante e continua automatizza il processo, rende più chiare le singole formule, aumenta la regolarità dei risultati, diminuisce le tempistiche e rende possibile il T.A anche in condizioni difficili.
Il Training Autogeno va ad agire in modo opposto allo stress. I suoi effetti sono mediati soprattutto dalla FORMAZIONE RETICOLARE ASCENDENTE (F.R.A.), un insieme di strutture nervose situate nel tronco dell’encefalo in collegamento con tutti i fasci ascendenti della sensibilità esterocettiva (tattile, pressoria, dolorifica, termica), propriocettiva (muscoli e tendini), enterocettiva (visceri e vasi sanguigni), avendo così modo di registrare tutti i dati provenienti dalla periferia. In questo modo può inviare informazioni che mettono l’organismo in stato di allerta e vigilanza. Quando però gli stimoli in arrivo sono minimi, la F.R.A. smette di trasmettere e l’organismo si rilassa. Gli esercizi del T.A. determinano una disattivazione della F.R.A. In pochi minuti il T.A. riproduce condizioni molto simili a quelle del sonno fisiologico con conseguenti effetti rigenerativi e ristoratori. Attraverso la pratica si crea un crescente equilibrio psicofisico, soprattutto su quelle funzioni che sono mediate dal SNA. Gli esercizi infatti tendono a mettere a riposo quella parte di tale struttura che garantisce l’attivazione psicofisiologica e diminuiscono quegli eccessi di alcuni ormoni, come l’adrenalina, che si riversano nel sangue in condizioni di stress.
L’allenamento costante è in grado di riportare l’organismo alla condizione di equilibrio originario attraverso una modificazione spontanea e sinergica del funzionamento dei vari organi e apparati. «L’influsso reciproco della distensione (=dilatazione) dei vasi sanguigni e distensione della muscolatura scheletrica forma un circuito regolatore» (Hoffmann,1980, p.96) in grado di interrompere il circuito dell’ansia.
Il Training Autogeno prevede SEI ESERCIZI.
La pratica necessita di abiti comodi e di un luogo preferibilmente protetto da rumori e luci intense. Gli esercizi si possono attuare in tre posizioni, la posizione sdraiata, la posizione seduta e la posizione del cocchiere. In genere la posizione privilegiata nella fase di apprendimento è quella distesa.
Ecco i sei esercizi:
Esercizio della pesantezza: produce uno stato di ipotonia muscolare, cioè di rilassamento dei muscoli striati (muscoli volontari). Pertanto può essere utilizzato per sciogliere le varie tensioni muscolari che provocano dolori alle spalle, alla cervicale, emicranie ecc.
Esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno (lavoro sulla muscolatura liscia o involontaria). Scioglie le tensioni più profonde aumentando lo stato di calma e di rilassamento, migliora la circolazione periferica (mani e piedi freddi) e quindi la percezione di calore corporeo, regolarizzando i valori della pressione.
Esercizio del cuore: produce un miglioramento della funzione cardiaca provocando la diminuzione dell’ipereccitabilità cardiaca, migliorando la circolazione periferica, i problemi di tachicardia e l’ipertensione arteriosa.
Esercizio del respiro: produce una regolarizzazione della funzione respiratoria sia in situazioni quotidiane sia in situazioni stressanti. Questo esercizio agisce sul miglior funzionamento del corpo e della psiche poiché porta ad una maggiore ossigenazione.
Esercizio del plesso solare: produce un aumento del flusso sanguigno e un’autoregolazione di tutte le funzioni degli organi viscerali e genitale. In particolare può avere azione calmante e sedativa sia su zone specifiche sia sul sistema nervoso centrale. A livello specifico agirà su vari disturbi digerenti spesso legati anche a fattori emozionali (problemi di gastrite, colon irritabile, coliche biliari, renali).
Esercizio della fronte fresca: produce una leggera vasocostrizione della regione encefalica eliminando le cefalee e distendendo i muscoli del viso (distensione degli occhi e della testa). Inoltre con la vasocostrizione si può lavorare sulle malattie da raffreddamento e migliorare la concentrazione, l’attenzione e la memoria.
Quali sono i benefici di questa tecnica?
Rilassamento (il T.A. spezza il meccanismo neurobiologico dello stress).
Autoregolazione di funzioni corporee normalmente involontarie.
Miglioramento delle prestazioni e della concentrazione.
Eliminazione del dolore (se legato a tensioni muscolari).
Autocontrollo in situazioni di stress e ansia.
Consapevolezza e conoscenza di sé.
Gestione delle emozioni.
Miglioramento delle capacità mnestiche.
Recupero delle energie fisiche e psichiche.
A chi si rivolge il Training Autogeno?
Il T.A. è particolarmente indicato a chi soffre di disturbi che hanno una forte componente psicosomatica:
Apparato digestivo: gastrite, colon irritabile, stitichezza Apparato circolatorio: tachicardia, bradicardia
Apparato respiratorio: asma psicogena
Cefalea ed emicrania
Disturbi della pelle: eczemi, orticaria, psoriasi
Insonnia
Tensioni e dolori muscolari
È particolarmente indicato anche per stati d’ansia generalizzata, controllo e gestione dello stress, irritabilità e difficoltà nella gestione delle emozioni, difficoltà di concentrazione e attenzione, incremento dell'efficacia individuale.
BIBLIOGRAFIA
- Bernt H. Hoffman, (1980). Manuale di Training Autogeno. Astrolabio.
- J.H. Schultz. (2004). Il Training autogeno metodo di autodistensione da concentrazione psichica Vol.1 «Esercizi inferiori» Ed. Feltrinelli.
Dott. Andrea Algeri
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